mercoledì 12 agosto 2009

E quindi...


E quindi Ade Capone torna a parlare della chiusura di Trigger, esponendo i (suoi) fatti.
Dalla lettura del suo comunicato si conferma una considerazione che avevo già espresso e che qualcuno ha sottovalutato se non deriso: i dati di vendita di un fumetto (e le sue tirature) possono essere interpretati in modi diversi.
Capone fa intendere che la sorte della serie sia stata minata dalle scelte della casa editrice in merito alle tirature, prima ancora che dai dati delle effettive vendite.
Se è vero, mi chiedo che senso abbia per una casa editrice affossare prematuramente una propria miniserie. E si torna al problema della programmazione e ancor più della politica editoriale. I fatti interpersonali tra Capone e la dirigenza Star Comics quanto sono importanti? Non credo che lo scopriremo facilmente. O almeno, conosceremo solo una parte della verità.

Ma abbandonando il tono da gossip, che mi interessa ben poco, torno a dire che non è con queste basi che si producono prodotti validi. La mediocrità complessiva delle ultime produzioni Star Comics è un segnale di qualcosa che non funziona a dovere. Non credo nasca dalla volontà di pagare poco gli autori (ché alcuni di essi sono ormai consolidati professionisti). Mi sembra si lavori con superficialità, nell'ideazione del concept della storia, nella definizione degli sviluppi e soprattutto nella cura di sceneggiature e disegni. C'è quasi il dubbio che la casa editrice sottovaluti il senso critico e l'intelligenza dei lettori, ma su questo mi fermo. Giocare al ribasso non porta da nessuna parte.

Spero che le prossime produzioni abbiano una diversa cura. Che Star Comics prenda tempo, non cerchi di dimostrare di essere ancora solida proponendo serie sviluppate frettolosamente. E soprattutto scelga adeguatamente gli autori in funzione dei progetti che vuol pubblicare. Meglio un (quasi) esordiente con buone idee, guidato adeguatamente da un buon editor, piuttosto che un autore già in "scuderia" che finora ha dato scarsa prova di sé.
Ma cosa lo dico a fare?

Harry.

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