lunedì 1 febbraio 2010

Pirati

(c) gipi


Arrivare sui banchetti del mercato illegale significa essere tra i libri più venduti del paese: essere un bestseller
Daniel Alarcón


Leggo su Internazionale che in Perù i libri bestseller sono libri pirati.
In una società povera come quella peruviana, i libri costano troppo. Passano quindi nel mercato nero, contraffatti, fotocopiati, venduti a pochi soldi. Un libro di successo deve passare per questo trattamento. Non solo i bisogni primari, quindi, alimentano il mercato nero. E la cultura trova infinite strade per riproporsi, in un paese, è bene ricordarlo, dove la diffusione dell’informatica e della pirateria web è ancora lontana da quella a cui si è abituati in Italia.

E torniamo in Italia, appunto. Dove non esiste un mercato nero del libro e tantomento del fumetto. In attesa che Kindle, I-Pad e simili abbiano una diffusione più estesa, che l’uomo sviluppi la nuova abitudine alla lettura virtuale di romanzi e fumetti, io auspico lo sviluppo di un mercato nero del fumetto, come una preghiera, un’invocazione! Pensa, rompere la pigrizia, la banalità del male dell’apatia fumettistica e ritrovarsi negli angoli dei mercati, delle strade,nella penombra di un bar di periferia a smerciare fumetti insieme a cocaina.
"Ne conosco uno fornitissimo. Vieni, è pericoloso ma ne vale la pena".

Esiste davvero in Italia un problema economico dietro alle poche vendite? Se la crisi colpisce, e colpisce, lo fa dall’interno del piccolo circolo degli appassionati. E al di fuori? In libreria, di fronte alla necessità di scegliere tra l’ultimo romanzo di Faletti e il nuovo fumetto di Gipi, tu, lettore occasionale che aspetti le grandi occasioni, quale sceglieresti? È improprio accostare Gipi a Faletti? È improprio accostare un libro a un fumetto? Cosa del fumetto un "oggetto culturale" secondario, al quale è possibile rinunciare facilmente rispetto ad altre cose? Perché non penetra nella pelle delle persone e non diventa "necessario"?

Al mercato nero, caro lettore, puoi comprare un Gipi fotocopiato a 3 euro. Puoi nutrirti di Morti di Sonno a 5 euro, puoi assaporare copie quasi anastatiche di Valentina Mela Verde a 6 euro e andare in libreria ad acquistare il Faletti rilegato che puoi sfoggiare in metropolitana, con la fascetta che evidenzia il crescendo di copie vendute come un orgasmo.
Gipi, pensa, quanti lettori in più ti leggerebbero?
Ti arrabbieresti?


Harry.

4 commenti:

  1. Beh, in un certo senso qualcosa sta già nascendo, ma di sicuro la pirateria non sfonderà sulla carta ma sul virtuale.
    Nei circuiti p2p torrent, ci sono dei pacchetti settimanali che racchiudono tutti i fumetti americani usciti. Talvolta ci sono anche alcuni volumi nostrani, soprattutto bonelliani.
    Ho trovato Zona X, Un uomo un avventura, molti Martin Mystere d'annata, tutti in italiano. Certo, non ci sono le ultime uscite ma solo i pezzi storici. Sono però convinto che prima o poi ci saranno pure le uscite del mese.
    Per quanto mi riguarda, ammetto di scaricare e leggere fumetti mainstream Marvel, un po' perché non sono letture troppo impegnative da affrontare in lingua originale, un po' perché odio gli spillati Panini. E il mercato, lo posso assicurare, non ne risente: i 100% Marvel li prendo quasi tutti. Anzi, sapendo cosa viene lasciato fuori, m'arrabbio per la non pubblicazione integrale in volume.
    Per non parlare dei libri. Faletti, in italiano, si trova da scaricare in ogni tipo di server pirata. E non lo scarico, 'ché non mi piace.

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  2. Per il ragionamento che fai te, prima i fumetti dovrebbere essere vietati. O resi inarrivabili dai prezzi.
    Allora si innescherebbe forse l'umanissima dinamica del: "ah non posso? Vedremo se non posso.." E il fumetto vivrebbe un'età dell'oro.
    Mia nonna mi racconta che i libri che si ricorda di più (e ne ha letti molti, ogni tanto penso che li abbia letti tutti...)sono quelli che da bambina non poteva leggere, e che leggeva di nascosto. Libri letti 80 anni fa, che ci si potrebbe scrivere un libro solo sul come sono stati letti.
    Ma questo non va confuso con la diffusione online: non da quel gusto. Forse all'inizio, ma non è proibito:è troppo facile.
    Mi sono abituato ultimamente, per lo studio, a leggere libri "pirati" scaricati dal peer to perr. Alla fine ti abitui, prima riuscivo a leggere solo libretti (il primo è stato "io sono leggenda"), poi la saggistica (Nozick ed Eco mi ricordo) e poi mi è passata la voglia.
    Per il discorso che fai te i fumetti dovrebbero costare ancora di più, molto di più, o noi dovremmo essere molto più poveri.
    Ce li possiamo permettere i fumetti, e questo gli da meno valore.

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  3. aggiungo, mi sono scordato:
    il problema della questione è nella concezione di valore che diamo ad un oggetto, strettamente legato se non identificato con la possibilità di entrarne in possesso.
    Se invece percepissimo il valore di un oggetto da quello che ci può dare, indipendentemnete dal suo prezzo reale, le cose forse cambierebbero.
    E forse a quel punto la spinta che ci dà il proibito potrebbe assumere altre forme, forse più utili allo sviluppo personale.

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  4. a sto punto togli la (c) dall'immagine di gipi

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