mercoledì 2 giugno 2010

Eisner sequenziale



Osservo e leggo i due saggi sul fumetto di Will Eisner, Comics and Sequential Art e Graphic Storytelling and Visual Narrative, appena ristampati in un unico volume da Rizzoli. L’organicità e la discorsività del lavoro sono l’ennesima conferma dell’intelligenza dell’autore. Ho invece dei dubbi sull’efficacia “didattica” di queste pagine. Credo che Eisner abbia voluto lavorare soprattutto sulla consapevolezza, ricordando ad autori affermati e aspiranti tali alcune delle molteplici possibilità del fumetto, attraverso numerosi esempi ripresi soprattutto da proprie opere. Ma il percorso analitico è talmente idiosincratico da farmi dubitare della capacità di trasmettere insegnamenti “generali” di tecnica e approccio al fare fumetti.
E in questa "debolezza" sta anche la grandezza dell’opera (e dell’autore): questo volume sembra un catalogo ragionato del percorso espressivo di Eisner; una dimostrazione, una testimonianza del suo lavoro intellettuale e creativo.
Qualunque autore che volesse provare, oggi, a realizzare un volume di questo tipo, dovrebbe produrre pagine e pagine di fumetto ex-novo per esemplificare ciò di cui parla, oppure pescare dai tanti, stratificati lavori di altri ottimi artisti. Eisner no. Avendo da sempre (o quasi) ragionato in termini di sviluppo delle potenzialità del mezzo espressivo, l’autore statunitense di origini ebraiche ha semplicemente riproposto per lo più sequenze o episodi completi delle sue storie, dal primo e seminale The Spirit, ai successivi lavori “autoriali”.
Una dimostrazione di autentico amore per la sua “arte sequenziale”.

Harry

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La versione a fumetti di Harry è (c) di Daniel Clowes.