lunedì 20 dicembre 2010

"Il futuro sarà il mondo delle idee"



Eddie Campbell ha vissuto troppo a lungo il fumetto per poterlo prendere ancora sul serio.
Dopo anni di autobiografismo (Alec) e il successo di From Hell con Alan Moore, soldi dei diritti cinematografici inclusi, l’autore inglese sembra scrivere spinto esclusivamente dal suo bisogno e dal suo divertimento.
The Amazing Rimarcable Monsieur Leotard (negli States per First Second, inedito in Italia) è un gioco di specchi con la Storia e con il Fumetto.
Non c’è verosimiglianza né pedanteria. Solo il gioco. Il divertissment, si potrebbe dire.
Il racconto è spezzato in due parti. La prima racconta le vicende del trapezista e illusionista Leotard, nipote ed emulo del celebre Louis Leotard, negli anni della giovinezza. Per vezzo e fortuna il protagonista inciampa nei piedi della Storia e di essa diventa incolpevole protagonista.
Campbell (con Dan Best, aiuto sceneggiatore) esprime lucentezza e irriverenza, ponendo le basi per il nulla, il nonsense di una storia non-storia.
La seconda parte è la malinconica sorpresa della vecchiaia, che arriva senza preavviso, con le perdite e la solitudine e la morte.
Nel mezzo, a rompere il fluire di avvenimenti che sembra ormai codificato e prevedibile,  una sequenza meravigliosa e propriamente fumettistica (che riporto per intero sotto), con elementi meta-narrativi leggeri e vezzosi.
Il disegnatore Campbell è sempre più essenziale ed evocativo, nell’uso del tratto, degli elementi iconici e dei colori. Lo sceneggiatore Campbell è fine e sensibile, per quanto ormai totalmente disilluso. L’autore sembra ormai incapace di raccontare una storia piena, che rispetti i canoni della sospensione dell’incredulità e dell’immedesimazione. Il suo gioco è un altro. È una riflessione sulla vita, sul mondo delle idee, in forma di piccoli trattati filosofici a fumetti, metaforici e surreali.


Le cose importanti accadono nei sogni. Crolla il muro tra realtà e immaginazione, come cade la divisione tra una vignetta e l’altra e i protagonisti dialogano in parallelo agli autori a margine della tavola, piena del nulla che è la pausa di una persona che agitata dorme e sogna.
Il risveglio, nell’intensità espressionista della figura e della messa in scena, è impressionante, toccante. Se non c’è serietà non vuol dire che debbano mancare emozioni autentiche.
Eddie Campbell lo sa. La serietà è il contrario della sensibilità.

Harry








tutte le tavole (c) eddie campbell

6 commenti:

  1. Spettacolare.
    E' bello che in questo blog si parli di fumetti mai visti in Italia. Ci fa capire quanto siamo ancora miopi e di scarse vedute.

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  2. Campbell non è un Autore qualunque :)

    smok!

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  3. leotard è un fumetto strano.
    la prima parte scorre davvero leggera e... per certi versi, futile. fantasiosa, divertita, ma un solo gioco creativo.
    poi a metà, questa sequenza spacca il fumetto in due e per come arriva, mi ha colpito davvero molto. con quell'invecchiamento improvviso, carico di eisner e di impressionismo. davvero triste e luminoso.
    è un autore davvero particolare.

    h-

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  4. Un autore davvero particolare, umile e ricco di ironia! Un piccolo aneddoto da Lucca Comics 2009 che ospitò l'autore scozzese. Mentre Campbel stava schizzandomi un piccolo capolavoro su una copia del primo volume di Bacchus, domandai perché avesse deciso di chiamare Bacco e non Dioniso la sua opera. Ovviamente mi citò le baccanti di Euripide e l'uso colto del termine, ma la cosa più interessante dal suo punto di vista era che Bacco richiamava immediatamente il vino e la convivialità da taverna (o pub?), cardine narrativo/ambientale dell'opera, e quindi lo trovava più appropriato.

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  5. Grazie del consiglio Harry, me lo sono ordinato come regalo di Natale.

    e Buon Natale anche a te.

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  6. Certo che è strano che Campbell sia così poco pubblicato qui da noi. Alla fin fine, volete dirmi che Fuzz & uck (001) o Jazz Maynard (BD) sono più commerciali delle opere del disegnatore di From Hell? Secondo me no.
    Ciò che se ne deduce è che il mercato italiano è ancora molto chiuso a certe proposte, e quando si apre (per così dire) non sempre ce ne accorgiamo.

    Un esempio: girando per siti americani ho scoperto i fumetti di Kim Dong-Hwa. In Italia ne sono stati pubblicati due dalla Planeta De Agostini: "storia color terra" e "la bicicletta rossa". Costo spropositato: 15/17 euro a volume. Quindi mi sono limitato a prendere il primo (di 3) di storia color terra. Lo sto leggendo, ed è una storia molto delicata e intimista (ma non intimista ombelicale all'italiana) di un rapporto madre/figlia nella Corea rurale. Man mano che la storia va avanti, la figlia cresce, diventa adulta, con tutto ciò che ne consegue. Un'opera davvero sorprendente per la limpidezza dello storytelling, per la visione dell'autore (o autrice? Non è chiaro), per la bellezza di certi ritratti dell'ambiente rurale.
    In Italia non se ne è accorto nessuno: il volume che ho comprato stava parcheggiato in fumetteria da due anni. Io per primo, all'epoca, lo sfogliai con una scrollata di spalle molto snob. Sui siti di "approfondimento" italiani non se ne trova traccia. Idem sui blog.

    Si potrebbero fare altri esempi: qualcuno si è accorto del volume di Seth Tobocman uscito per la Hazard? Certo ci sono varie giustificazioni, legate al prezzo, al catalogo dei due editori (chi è che ha l'attenzione necessaria per andare a cercare le perle nel mare magnum di fanghiglia della Planeta?)... ma è anche colpa nostra. Siamo atterriti dalla mole di proposte setimanali. Dobbiamo ritrovare il gusto dello scouting, dell'andare a cercare la gemma di cui non ha ancora parlato nessuno. Che non è stata ancora strombazzata come new sensation.

    Il mio buon proposito fumettistico del 2011 è ricominciare a dragare il letto del fiume, e per trovare il tempo e i soldi leggerò diverse cagate in meno.

    E ora la smetto che vi ho appallato fin troppo :)

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