mercoledì 29 giugno 2011

Il buono, il brutto e il cattivo - libere associazioni sull'estetica horror


Esiste qualcosa come un’estetica horror.

Ma le estetiche cambiano nel tempo e con il tempo. Recentemente, per mia sfortuna, sono incappato nel prequel Non aprite quella porta, l'inizio che ho trovato fuorviante. Più che estetica horror, sembrava estetismo da videoclip: nella messa in scena, nell’abbigliamento fintamente vintage dei protagonisti, nei loro sguardi belli e vuoti, nella regia, che si ostinava a seguire il culo delle protagoniste nelle fughe, in un (finto) contrasto con la bruttezza (posticcia) dell’assassino.


estetica horror da fondoschiena: non aprite quella porta

Il bello a contrasto dell’orrore c’è sempre stato. È uno schema comune quanto abusato. Anche banalizzato (come nell’esempio del film). Eppure, questo antagonismo ricalca un principio universale: la salute e la giovinezza associati alla bellezza, in contrasto con la malattia e la vecchiaia per la bruttezza, la deformità. In effetti, la bellezza risponde al principio dell’equilibrio, della conservazione e dell’omeostasi. L’abbruttimento a quello della corruzione e della morte. Niente muta le strutture quanto la putrefazione.
Da qui, derivano due atteggiamenti nevrotici interconnessi tanto comuni nella nostra società: l’attaccamento a tutti i costi a un’ideale di bellezza etero-diretto (e imposto), con le sue tante derive patologiche quali il continuo ricorso alla chirurgia estetica; il rifiuto e il terrore per qualunque cosa che si discosti dall’ideale di bellezza, o di diverso da un preciso canone.

Da un punto di vista psicologico, bellezza e orrore si possono facilmente collegare al concetto di ombra espresso da Jung, e di cui, sul piano narrativo, Louis Stevenson ci ha dato una perfetta e insuperata rappresentazione in Dottor Jekyll e Mister Hyde. La deformità di Mister Hyde (la nostra ombra nascosta) è proporzionale alla sua perversione, contaminazione morale. E qui, un nuovo collegamento. Al bello è associato il giusto e il puro, su un piano morale.

dottor jekyll e mister hyde nell'interpretazione grafica di mattotti

Bellezza e saggezza hanno anche un principio biologico: la rabbia, la tristezza, la paura, l’angoscia deformano l’espressione del viso e piegano il corpo; la gioia e la pace d’animo accendono il sorriso ed elevano il corpo.

Nel fumetto, che vive di semplificazioni visive e iconiche, la rappresentazione del male e dell’orrore è spesso associata a caratterizzazioni dei personaggi coerenti con il principio di cui sopra. E sorprendono ancora oggi esempi che contrastano con questa legge: la perversione e il male nascosti dietro a volti angelici, puliti, apparentemente puri. Infrangere la regola vuol dire utilizzare la tecnica della sorpresa, della mistificazione, della finzione.

C’è un principio ulteriore nell’orrore nascosto dietro al bello. Quello del distacco. Un essere corrotto, per mantenere una sembianza bella, incontaminata deve distaccarsi dalle emozioni che si collegano all’orrore e al male. Queste figure sono spesso rappresentate come inespressive, gelide, se non enigmatiche. Un maestro dell’ambiguità (morale e nella caratterizzazione dei personaggi) è Naoki Urasawa. Monster, che al momento considero la sua opera più appassionante, è piana di personaggi di questo tipo, sia maschili che femminili, coerentemente con il mistero che sottende la narrazione e l’ambiguità dei comportamenti.

naoki urasawa: buono o cattivo?


Al contrario, in Tex della Bonelli, serie che non è certo nota per il suo approccio iconoclasta, i cattivi sono spesso rappresentati in modo tradizionale: brutti, sporchi e cattivi. Un approccio di cui a suo tempo si lamentò Gianfranco Manfredi, in occasione della sua collaborazione con Miguel Angel Repetto, colpevole a suo dire di rappresentare i personaggi secondo questi principi che lo sceneggiatore definisce cliché. Non è un caso, quindi, se il protagonista negativo dell’ultimo lavoro di Manfredi su Tex (nel Texone attualmente in edicola) è rappresentato come un uomo bello, pulito, e… enigmatico.

copertina del max tex di manfredi e repetto

L’horror, tuttavia, ha un arma in più. Collegandosi spesso al metafisico, se non al fantasy, e comunque a un’idea dell’esistenza che non si limita solo a quanto è concretamente visibile, le manifestazioni del male (e la loro rappresentazione) possono giocare con il grottesco, con l’estremo. Basta riprendere in mano le classiche storie horror della EC Comics per osservarne una carrellata. Sono, questi, fumetti seminali, perché definiscono davvero un’estetica specifica, piegando tecnica e ideazione visiva degli autori alle esigenze narrative che sfoceranno, in particolare nella fase di apice delle pubblicazioni, in esagerazioni discutibili sul piano dei risultati narrativi ma senza dubbio potenti e consistenti. È a questa tradizione che si ricollegano per esempio Alan Moore e Steve Bissette nella creazione delle prime storie di Swamp Thing, così come Charles Burns nel suo capolavoro horror Black Hole. L’estetica EC Comics, per quanto disomogenea come ci si potrebbe aspettare visto i numerosi talenti che vi hanno collaborato, a mio avviso può essere sintetizzata in tre concetti: freddezza e distacco; deformità; ribaltamento dei punti di vista.


alan moore e steve bissette: swamp thing

A questa tradizione, commista a un’attenta rilettura di una specifica ricerca horror giapponese e a un segno che sembra avere legami stretti con certa tradizione italiana (Magnus su tutti), sembra rifarsi Ratigher nel suo Trama, un lavoro che gioca sul luogo comune e sulla contaminazione delle coscienze. In attesa di approfondire Trama, ti lascio con un videoclip horror inaspettato e riuscito, che perfettamente riflette su quanto ho parlato qui: bellezza, corruzione del corpo, inquietudine e ambiguità. La canzone è Istrice dei Subsonica, il regista è Cosimo Alemà.



Harry

3 commenti:

  1. bel video, me lo ero perso, e riflessioni sempre gustose e interessanti.

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  2. Lewis Stevenson? E' in onore di Jerry Lewis che ha fatto una trasposizione comica del romanzo per il cinema? Altrimenti, è Louis.

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  3. grazie sbarlafus. ho corretto.
    la mia memoria sbiadisce.

    h.

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