lunedì 26 settembre 2011

Il consumatore finale


La storia di Chester Brown era già scritta nelle vicende autobiografiche raccontate in Non mi sei mai piaciuto. In quel bellissimo libro seminale, l'autore canadese ci aveva raccontato delle sue delusioni affettive, con uno sguardo impietoso e tagliente. Lucido. Razionale. In quella rappresentazione, in quei ricordi, si nascondeva un grande dolore, controllato e gestito da una forte personalità e volontà.
Questo è possibile comprenderlo oggi, alla luce di quanto Brown racconta nella sua nuova opera, dal titolo inglese Paying for it, ovvero il resoconto lucido, razionale e dettagliato dei suoi rapporti sessuali con prostitute.
Usciamo dai pregiudizi morali, entriamo nelle vicende personali che l'autore racconta.
In estrema sintesi, e per non annoiarti, ti dico soltanto che, dopo l'ennesima delusione d'amore, Brown sceglie di non avere più rapporti affettivi con alcuna donna, ma di praticare sesso a pagamento, per assecondare un bisogno che sente ancora vivo e presente.
Mentre leggi, ricordati della forza della mente, e del potere delle razionalizzazioni.
In un susseguirsi di appuntamenti e racconti minimali, Brown disseziona la sua sfera sessuale (e affettiva?). A margine, o al centro, a seconda dei punti di vista, una sorta di manifesto: normalizzare la prostituzione; farla uscire dall'illegalità e anche da qualunque proposito di regolamentazione, di legalizzazione.

Quello che colpisce, di Brown come persona, è il coraggio, la fermezza, la lucidità. Quello che spaventa è il distacco emotivo. Sembra che accogliere questo nuovo stile di vita, per Brown, sia stato del tutto indolore, anzi, una via di cambiamento oltre il dolore. Eppure, dietro a questa attenzione manichea per i particolari (Brown annotava tutto quello che accadeva di volta in volta, appuntamento dopo appuntamento, conversazione dopo conversazione), si indovina un meccanismo fortissimo di razionalizzazione e di negazione (che l'autore, ovviamente, nega egli stesso, a confronto con gli amici fumettisti Seth e Joe Matt).
Quel che importa non è un giudizio sull'uomo, ma una riflessione sulla natura umana della sessualità, dell'amore e dell'intimità. Paying for it è la messa in scena della scissione tra queste tre sfere, operata dalla mente, per un bisogno di controllo straordinariamente forte. Non è un atto di liberazione, di vita. Ma appare piuttosto come un atto di prevaricazione, di chiusura alla completezza dell'uomo.
Ed è per questo, io credo, che il racconto, nel suo complesso, appare distaccato, ripetitivo, meccanico, privo di vita. Manicheo.

Paying for it, sul piano strettamente fumettistico, è un'opera non riuscita, povera di spunti di autentica riflessione, se non quella del manifesto sulla prostituzione; è un lavoro che non riesce a coinvolgere il lettore, che sembra osservare di là da un vetro.
Ma Paying for it è anche un interessantissimo materiale per comprendere il percorso umano di Chester Brown, e la determinazione di una razionalità che tutto controlla, tutto analizza, tutto determina. E questo, se  vogliamo, è il più grande inganno della modernità occidentale.

Harry

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